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Primo Fonti

Programma amministrativo della lista INSIEME lavoro e famiglia solidarietà e pace a supporto della candidatura di PRIMO FONTI ALLA CARICA DI SINDACO
COSTRUIRE LA COMUNITA’
Premessa
INSIEME è un partito autonomo e di programma, alternativo a questo sistema politico e, dunque, non aderisce a schieramenti per ideologia od opportunismo.
Bisogna prendere atto che il bipolarismo ha tradito le promesse; ha diviso il Paese, allontanato i cittadini dalla politica, aumentato le disuguaglianze economiche e sociali, aggravato le criticità della Pubblica Amministrazione, impoverito la scuola e fatto perdere importanza all’Italia in Europa e nel mondo.
Non basta per dichiararne il fallimento?
Nel sistema bipolare dove ci sono partiti che mirano a difendere interessi particolari, non serve avere una precisa identità che, invece, è necessaria quando si vuole servire il bene comune.
Per questo intendiamo dialogare con tutti e portare di nuovo al centro della politica la persona, nella sua dimensione più ampia, così come la concepisce la Costituzione.
Vogliamo politiche più solidali, eque ed inclusive e per questo, al punto critico in cui siamo giunti, non basta cambiare ma occorre trasformare, come afferma il Manifesto del partito del 2019.
Gli organi di INSIEME sono tutti collegiali; anche la segreteria del Partito è un organo collegiale. Così intendiamo concepire la democrazia interna ai partiti e nella loro azione esterna. È questo il segno che ci distingue dagli altri partiti dove si privilegia il culto del capo la cui dottrina s'impone, sia a destra come a sinistra, anche sui temi eticamente sensibili.
Non ricerchiamo il continuo scontro con l’avversario, alla ricerca di manciate di voti; cerchiamo anzitutto ciò che unisce, per costruire senza distruggere. E se l’unità non fosse possibile consideriamo l’avversario politico nella sua dignità più profonda. Perché la democrazia è un cammino fatto insieme.
Per realizzare questo progetto il partito Insieme, lavoro e famiglia, solidarietà e pace , si propone di avviare una nuova stagione politica nella direzione di una nuova capacità di proposta e di progetto, senza distinzione di confessione o credenza. Non si tratta quindi di un partito dei cattolici; il comune riferimento è alla costituzione repubblicana e alla dottrina sociale della Chiesa.
La nostra presenza riprende il lungo e importante cammino del popolarismo, l’esperienza di un impegno cristianamente ispirato, capace di dialogare con tutti e di interpretare i sentimenti e le attese dei cittadini, siano essi credenti o non credenti.
Crediamo in un autentico coinvolgimento dei cittadini, sostenuto e garantito da una leadership diffusa e condivisa. Rifuggiamo dal leaderismo perché crediamo nella parteci-pazione popolare. Solo così può nascere una nuova classe dirigente libera e responsabile.
Per questo abbiamo sottolineato come priorità assoluta l’esigenza di ragionare, sentire e agire come comunità. Ma la costruzione della comunità deve partire dalla base, non dal vertice, facendo leva sui diritti sociali per cui ognuno è responsabile non solo del metro quadro che calpesta ma di tutto ciò che lo circonda perchè non ci sono solo i diritti ma anche i doveri.
Siamo convinti della necessità di lavorare a lunga scadenza, senza l’ossessione dei risultati immediati. Le trasformazioni che occorrono per costruire la comunità richiedono tempo. Promettere tutto e subito può creare consenso ma produce illusioni che prima o poi di pagano.
Il Metodo
La costruzione della comunità è compito affidato a tutti noi attraverso la logica e il metodo della amministrazione condivisa, della co-programmazione e co-progettazione, la cui definizione sostanziale trova riscontro nella sentenza n.131/2020 della Corte Costi-tuzionale.
Ci riferiamo ai principi della democrazia deliberativa che sarà assunta come stile e metodo amministrativo.
Intendiamo così interpretare l’interesse generale alla luce del quadro valoriale delineato in premessa da cui far scaturire una sintesi politica da trasformare in progetto.
Le coordinate fondamentali a cui ci riferiamo sono la promozione del bene comune e la partecipazione democratica.
Per questo vogliamo riportare nel dibattito i valori perché non si può ridurre la politica agli interessi; questi non possono sostituire i valori. Una società che condivide i medesimi valori non è facilmente aggredibile da patologie virali.
Così ricerchiamo il consenso impegnandoci a motivare il nostro progetto, non a screditare quello degli altri.

Una buona stagione per Bellaria Igea Marina
1) POLITICHE DI INCLUSIONE

a) Le migrazioni.
Le migrazioni non sono una emergenza e non possono essere trattate solo in termini di sicurezza. A Bellaria Igea Marina abitano circa 2.400 persone straniere; abbiamo la responsabilità di accoglierle, proteggerle e integrarle consapevoli che l’integrazione si impara sui banchi di scuola ed è compito di tutti e di ciascuno di noi accompagnare il processo con scelte coerenti.
I migranti sono famiglie, persone, bambini; sono una risorsa che se valorizzata tutti ne avremo un vantaggio.
Assumiamo l’impegno, in collaborazione con gli Enti del Terzo Settore:
• di costituire un osservatorio permanente in grado di raccogliere ed elaborare dati per comprendere le cause, i bisogni e le aspettative degli immigrati nel Comune di Bellaria Igea Marina;
• di elaborare e promuovere strategie integrate tra politiche del lavoro, della cultura, dell’istruzione, della cittadinanza politica e sociale. • promuovere l’istituzione di una CARTA DEI DIRITTI E DEI DOVERI per garantire i diritti di cittadinanza degli immigrati (anzitutto il diritto dei diritti legati al lavoro, all’istruzione e alla sicurezza sociale , concepiti e attuati su misura per la condizione degli immigrati), alla cittadinanza politica in particolare nelle consultazioni amministrative, alla rimozione delle barriere linguistiche e culturali che pregiudicano l’integrazione, all’identità etnica, culturale e religiosa.
b) La casa.
A molti, troppi, concittadini manca la casa. Il mercato delle locazioni non offre abitazioni alle condizioni di legge e quelle poche disponibili sono offerte a canoni eccessivamente onerosi.
Si devono offrire soluzioni alle famiglie che rientrano nella c.d. fascia grigia che non rientrano, cioè, nelle graduatorie per l’assegnazione di case popolari e che hanno difficoltà a reperire un alloggio sul libero mercato.
Assumiamo l’impegno:
• di attuare politiche per tornare ad investire nell’edilizia pubblica e/o convenzionata, nota come PEEP, ovvero piano di edilizia economica e popolare, riservata alla popolazione meno abbiente. Aumentando l’offerta di case a canoni compatibili con le disponibilità economiche dei conduttori e quindi diminuendo la domanda, sarà possibile ridurre in misura significa-tiva i canoni nel mercato delle locazioni.
c) Il lavoro.
Il mercato del lavoro è condizionato dalla prevalente industria turistica a carattere stagionale. Le opportunità di lavoro stagionale, subordinato o imprenditoriale, non appaiono suffi-cienti né a soddisfare le esigenze reddituali dei lavoratori né a garantire la sosteni-bilità delle imprese turistiche.
Benchè si tratti di questioni sistemiche sulle quali è necessario intervenire a vari livelli per trasformare i meccanismi che determinano la precarietà del lavoro e pregiudicano la redditività delle imprese, resta il fatto che Bellaria Igea Marina non può vivere di solo turismo.
Assumiamo l’impegno:
• di creare le condizioni, per quanto possibile e di competenza dell’Ente locale, per attrarre imprese sul territorio comunale, non necessariamente legate al turismo balneare. Per questo occorre adeguare gli strumenti urbanistici comunali e quelli degli Enti sovraordinati.
• di attuare politiche di destagionalizzazione turistica, in collaborazione con le associazioni del settore, che consentano la redistribuzione dei flussi su periodi diversi o più lunghi, con la creazione di un marchio di qualità.
• di ridurre in misura decrescente ma significativa per i primi 5 anni, purchè compatibile con gli equilibri di bilancio, le imposte di competenza comunale alle imprese con sede legale e produttiva sul territorio comunale a condizione che si occupino della formazione dei lavoratori residenti nel Comune di Bellaria Igea Marina e li assumino a tempo indetermi-nato.
2) EDUCARE, FORMARE e ISTRUIRE.
La scuola, da sola, non basta.
Per educare un bambino - recita un proverbio africano - serve un intero villaggio. Il villaggio è un organismo dove interagiscono molti fattori: la famiglia, la scuola, lo sport, l’oratorio, la gestione del tempo libero etc... e tutti devono operare per un medesimo scopo: EDUCARE. Per questo occorre costruire una comunità educante perché l’educazione non ha luogo soltanto a scuola e l’educazione è altro rispetto a formare e istruire.
Occorre curare di più gli studenti difficili, quelli che non vogliono studiare, quelli che si trovano in condizioni di disagio, i disabili e gli stranieri, che oggi sono una grande sfida per la società intera ed anche per la nostra. E’ possibile collaborare e condividere anziché competere. Attenzione, poi, alla dispersione scolastica e alla vecchie e nuove dipendenze che sono una vera emergenza anche nella nostra città; è questione che riguarda tutti noi.
Assumiamo l’impegno:
• di promuovere la formazione di una rete di collaborazioni differenziate coinvolgendo le varie associazioni che operano nel mondo dell’educazione/formazione al fine di costituire la Consulta Comunale Permanente con funzioni consultive e propositive nei confronti dell’Amministrazione comunale in materia di educazione e formazione, nel senso espresso in premessa, per quanto di competenza ai sensi della vigente normativa.
• di istituire un Assessorato alla Pace (che assorbe quello tradizionale alla scuola) per lo sviluppo di comportamenti responsabili sul rispetto della legalità, sui temi dell’ecologia, sulla prevenzione della dispersione scolastica, discriminazione, bullismo e dipendenze; valorizzare il dialogo tra le culture, la solidarietà, la cura dei beni comuni con l’assunzione dei diritti e dei doveri, con la consapevolezza che la Pace si costruisce dal basso ed è gravemente compromessa dalla cultura dell’individualismo e della competizione.
3) UN’ECOLOGIA INTEGRALE
Una ecologia legata solo al clima e al rispetto del pianeta in cui viviamo è parziale.
L’ecologia che intendiamo promuovere invece è attenta alla persona.
Per noi curare il creato significa amare le persone più povere perché la mancanza d’acqua, le alluvioni, la mancanza di materie prime e delle fonti energetiche colpiscono i poveri, coloro che hanno meno capacità di difendersi perché è proprio qui che si gioca il nostro futuro.
Per questo si deve passare da una economia incivile all’economia civile, al servizio del bene comune.
Il riferimento è anche all’Art.9 Cost. che si allarga alla tutela dell'ambien-te, della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali. Assumiamo l’impegno:
• di promuovere e favorire con ogni mezzo messo a disposizione dalla vigente normativa la costituzione delle Comunità Energetiche Rinnovabili (C.E.R.)
• di promuovere politiche per la formazione di una cultura fondata su nuovi stili di vita che sintetizziamo così: più relazioni e più incontri interpersonali; prendersi cura del territorio; consumare il giusto e produrre meno rifiuti; una mobilità sostenibile; combattere l’indifferenza e la cultura dello scarto.
4) « PIANI IDEA» ispirati a una «VISIONE» di città.
È necessario organizzare luoghi generativi di relazioni fra spazi, tempi e persone perché «Non si abitano solo luoghi, si abitano anzitutto relazioni»
Intendiamo attuare politiche del territorio inteso nelle sue molteplici articolazioni: sociali, ambientali, economiche, dei servizi, delle infrastrutture, della mobilità, per una città a misura di bambini, anziani, famiglie, persone con disabilità, turisti. Una città accessibile che favorisce la partecipazione dei cittadini a eventi culturali, ricreativi, di impegno civile e democratico. Assumiamo l’impegno:
• di promuovere processi partecipativi nella presa di decisioni e nel monitoraggio della governance locale come il bilancio partecipativo e la programmazione negoziata, le co-valutazioni di impatto sociale, non solo per migliorare la fornitura dei servizi ma anche dei beni collettivi dove occorrono interventi strategici per:
a) la Qualità urbana
Rigenerazione urbana, accessibilità per tutti, eliminazione delle barriere architettoniche.
Luoghi in cui vivere la socialità:
Biblioteca con sale attrezzate per colloqui di lavoro, sale studio, luoghi di incontro per associazioni sociali, culturali, ludiche, politiche…
b) La mobilità veloce e lenta.
Città dei 15 minuti, pedonalità in sicurezza anche per bambini e ragazzi
c) La coesione territoriale.


Collegare i luoghi , dalla terra al mare, da nord a sud, porto, fiume Uso.

Integrare le diverse zone del paese: mare, campagna (Bellaria monte, Donegallia, Valletta).
Continuità in sicurezza del percorso ciclabile lungo la via Ravenna. Ciclovia fra via Cagnona e via S. Vito , ciclovia lungo via S.Mauro , via S.Giuseppe, via Garibaldi, via Castellabate, lungomare Pinzon e Panzini. Decoro urbano, cura del verde.
Ferrovia: inserire Bellaria nel progetto di riqualificazione della linea Cattolica-Ravenna.
Portare il traffico carrabile a monte della ferrovia dal confine nord a sud,sottopasso carrabile all’innesto con Via Savio, liberare via Panzini e via Pinzon dal traffico delle auto private.
d) Occorre affrontare alcune criticità con il metodo della democrazia deliberativa:
Zona Colonie ; 2) Colonia Roma /Porto ; 3) Vecchia fornace.
• Di promuovere la costituzione di un centro multidisciplinare di ricerca che si occupi anche del governo del territorio.
• Di promuovere studi di fattibilità e avviare le procedure di competenza comunale, per lo spostamento e/o per una diversa collocazione delle scogliere, oramai troppo vicine alla battigia riducendo sensibilmente lo specchio d’acqua balneabile.
5) LA SALUTE
Occorre attenzione ai servizi fruibili da tutti: scuole, attrezzature sportive, spazi di aggregazione, parchi, giardini, turismo sociale, sportivo, familiare. Cura, decoro e benessere come cifra della città per questo parliamo di SALUTE e non semplicemente di sanità.
Occorrono servizi socio – sanitari e assistenziali, primo fra tutti la CASA DELLA COMUNITA’ nel cui ambito va riservato un servizio deputato alle problematiche attinenti ai temi etici primi tra tutti la tutela della vita nascente e alle dipendenze.
Dopo il disastro della pandemia da Covid 19, il DM 77/22 ha sostituito la denominazione della casa della salute in CASA DELLA COMUNITA’. Questa rappresenta il pilastro della assistenza territoriale nel sistema sanitario nazionale. Costituisce un modello organizzativo teso ad affrontare i problemi posti dalla trasformazione demografica: denatalità, longevità, invecchiamento della popolazione, patologie croniche, isolamento sociale. Si vuole così porre al centro la SALUTE della persona in ogni fase della vita.
Per questo vanno sostenuti la domiciliarità, il sostegno ai prestatori di cura (caregiver) e alle famiglie, la partecipazione di cittadini attivi nella promozione della salute.
Casa della Comunità,quindi,come palestra di democrazia partecipata e non di delega.
Assumiamo l’impegno:
• di farci promotori nei confronti dell’AUSL locale perché tra i servizi offerti nella CASA della COMUNITA’ (per la cui realizzazione si adotteranno tutti i provvedimenti di competenza) ve ne sia anche uno:
a) di attenzione psicologica alle mamme in attesa e alla famiglia con la mamma in attesa al fine di valutare la situazione psico-sociale della donna e della famiglia con poteri di suggerire ogni attività utile alla prevenzione della interruzione della gravidanza.
b) di attenzione psicologica a coloro che presentano disturbi legati alle dipendenze e alle loro famiglie.
• di promuovere la costituzione di un Osservatorio per il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo in base al principio dell’intangibilità della Salute ( art.32 Cost.).
• di promuovere partecipazione comunitaria per evitare il rischio che i soli servizi offerti dalla CASA della COMUNITA’ producano istituzionalizzazione dei soggetti fragili piuttosto che inclusione sociale.
6) UN’ECONOMIA « NUOVA »
A Bellaria Igea Marina il 34% dei nuclei familiari sono unipersonali composti in prevalenza di persone anziane; circa 1300 persone sono in cerca di lavoro; oltre 900 persone riferiscono gravi difficoltà economiche; circa 2400 persone sono straniere. Persone e famiglie in povertà assoluta sono in progressivo aumento anche nel nostro comune.
Governare l’economia di una città richiama l’idea di «comunità» dove ognuno è unito all’altro da un obbligo che non li rende completamente padroni di sé stessi. Anche qui è possibile collaborare e condividere anziché competere.
Così la comunità diventa un luogo in cui si esalta la responsabilità individuale.
I cittadini devono poter esprimere le loro opinioni non solo ogni 5 anni ma anche durante il processo deliberativo. Gli strumenti sono i FORUM deliberativi dove i cittadini in quanto tali e quindi non legati a lobby o partiti, chiamati ad esprimersi entro un termine assegnato su determinati problemi di interesse generale, votano e trasmettono la decisione all’Amministrazione comunale la quale può adottarla o rigettarla; ma se la rigetta deve darne motivazione scritta
Assumiamo l’impegno:
• di coinvolgere in un progetto comune tutte le culture presenti nel nostro Comune per:
a) promuovere una cultura d’impresa diffusa che incorpori i codici etici della cooperazione (la cooperazione sta all’economia come i partiti alla democrazia),il principio mutualistico, co-programmazione e la co-progettazione.
b) promuovere la consapevolezza che l’impresa è sostenibile se contribuisce a rendere sostenibile il sistema naturale e sociale dove accanto al giusto profitto si associa la valenza sociale (art.41 Cost.) e ambientale dell’impresa (9 co.3 Cost.)
c) promuovere l’innovazione (che non può essere ridotta all’idea geniale); l’innovazione è un fatto di « sistema » ( capitale umano,sistema produttivo,credito alle imprese, mercato etc…)
d) promuovere la formazione, per contrastare le diseguaglianze, nella consapevolezza che il lavoro (dignitoso) è il diritto fondamentale da cui dipendono tutti gli altri diritti.
e) promuovere la cultura della responsabilità a partire dal più grave dei problemi sistemici, quello delle diseguaglianze, la cui eliminazione gioverebbe anche all’economia;
f) promuovere le condizioni per coinvolgere la comunità del Bellaria Igea Marina in progetti (in particolare servizi) da finanziare attraverso l’emissione di BOC ( Buono Ordinario Comunale).
g) Istituire la tassa di soggiorno e rimodulare l’addizionale IRPEF ampliando la fascia di esenzione, nel rispetto degli equilibri di bilancio.
h) Rimodulare le tariffe dei servizi a domanda individuale, non erogati a titolo gratuito, riducendo e/o ampliando la fascia di esenzione come ad esempio, asilo nido, servizi di mensa, scuolabus, impianti sportivi etc…, comunque assicurando l’equilibrio economico-finanziario anche attraverso il recupero di efficienza tale da consentire la riduzione dei costi.
PER COORDINARE L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA
Assumiamo l’impegno di costituire un CENTRO MULTIDISCIPLINARE di RICERCA – che potrebbe assumere la forma di una FONDAZIONE – perché in collaborazione con l’Amministrazione Comunale si occupi di promuo-vere il modello della democrazia deliberativa, che costituisce il cuore pulsante della nostra proposta amministrativa, e quindi in particolare:
- della cura e rigenerazione dei beni comuni urbani;
- delle forme e delle concrete modalità di attuazione dell’Amministrazione condivisa (bilancio partecipativo, co-progettazione, co-program-mazione);
- della sussidiarietà.

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